

Barbara Steele

Un'Étoile Oscura: Il Fascino Enigmatico di Barbara Steele.
Nel firmamento delle arti drammatiche, ove sovente brillano astri di fulgida beltà e di talento innegabile, talora
si manifestano figure il cui magnetismo trascende la mera apparenza, attingendo a profondità
inesplorate dell'animo umano.
Tra queste, rifulge con singolare intensità la stella di Barbara Steele, soave creatura cui il destino volle
assegnare un percorso artistico intriso di mistero e di vibranti chiaroscuri.
+ Le Origini e la Formazione (1937-1959) +
Ella vide la luce in terra d'Albione, precisamente nella pittoresca Birkenhead, contea del Cheshire, il
ventinovesimo giorno di dicembre dell'anno millenovecentotrentasette.
La culla le fu preparata in un ambiente ove la sobrietà e il decoro erano di casa, frutto dell'unione tra il
signor Robert Owen Steele e la signora Dorothy May, entrambi dediti all'armonia familiare e
all'educazione della fanciulla.
Sin dalla tenera età, in Barbara si palesò una sensibilità fuori dal comune e un'innata inclinazione
per le arti, sebbene il suo futuro artistico non fosse immediatamente prevedibile.
La sua formazione giovanile fu improntata a una disciplina rigorosa, ma il richiamo del palcoscenico
e del grande schermo si fece presto sentire.
Dopo aver frequentato l'accademia d'arte locale e aver mosso i primi passi nel mondo della recitazione con
piccole rappresentazioni teatrali, la sua bellezza eterea, unita a un'aura di mistero che già la
contraddistingueva, la condussero verso Londra.
Qui, nel fervore culturale della capitale, iniziò a farsi notare come modella e a ottenere le prime, seppur
modeste, opportunità cinematografiche, ponendo le basi per quella che sarebbe divenuta una carriera di
notevole impatto.

+ L'Ascesa a Regina del Gotico (1960-1966) +
La sua ascesa nel mondo dello spettacolo fu, per certi versi, fulminea, complice non solo una bellezza
fuori dal comune, ma altresì un'innata capacità di incarnare personaggi complessi e spesso tormentati.
Il vero trampolino di lancio fu l'approdo nel cinema italiano, terra fertile per le produzioni
gotiche, ove la sua figura slanciata, gli occhi grandi e penetranti, e quella sottile aura di malinconia
che sembrava avvolgerla, la resero l'interprete ideale.
Esemplare e iconica fu la sua interpretazione ne "La Maschera del Demonio" (originalmente
"Black Sunday") dell'anno 1960.
Sotto la sapiente e visionaria direzione del maestro Mario Bava, Barbara Steele diede vita a un
personaggio bifronte, la strega Asa e la sua discendente Katia, scisse tra la dannazione e la redenzione, capace
di terrorizzare e al contempo affascinare le platee.
Questa pellicola non solo la consacrò come stella di prima grandezza nel panorama dell'horror, ma
le valse ben presto l'appellativo di "regina dell'horror gotico", un titolo che avrebbe mantenuto con onore
per decenni.
La sua presenza scenica, così intensa e perturbante, fu richiesta da numerosi altri
cineasti, desiderosi di infondere nelle loro opere quella peculiare atmosfera di suspense e di
mistero che solo ella sapeva evocare.
Tra le sue interpretazioni più significative di questo periodo si annoverano:
* "Il pozzo e il pendolo" (The Pit and the Pendulum), diretto da Roger Corman nel 1961, dove
la sua presenza contribuì a definire l'estetica del gotico americano.
* "L'orribile segreto del Dottor Hichcock" (The Horrible Dr. Hichcock) di Riccardo Freda, nel
1962, un'opera che esplorava temi di necrofilia e follia con una raffinatezza visiva notevole.
* L'acclamato "8½* di Federico Fellini, anch'esso del 1962.
Pur in un ruolo non prettamente horror, ma pur sempre enigmatico, Steele seppe imprimere il
suo sigillo di attrice profonda e versatile, dimostrando la sua capacità di eccellere anche
al di fuori del genere che l'aveva resa celebre.
* "Danza Macabra" di Antonio Margheriti (1964), altro caposaldo del gotico italiano.
* "L'Amante del Vampiro" di Renato Polselli (1960), un'altra incursione nel mondo del soprannaturale.
* "Lo Spettro" di Riccardo Freda (1963), dove la Steele tornò a lavorare con il regista che
l'aveva già diretta in opere di grande impatto.

La sua carriera si snodò attraverso un'ampia gamma di generi, sebbene la sua impronta più marcata
rimase indelebilmente legata al cinema gotico e fantastico, di cui è e rimane un'autentica icona.
La sua capacità di elevare a dignità artistica personaggi spesso relegati a mere figure di spavento
la rese un'attrice di rara levatura, il cui contributo al linguaggio cinematografico è di inestimabile valore.
+ La Vita Personale e la Carriera Successiva (1967-Oggi) +
Per quanto concerne la sua vita sentimentale e familiare, essa fu vissuta con la medesima
discrezione che contraddistinse la sua carriera pubblica.
La signorina Steele convolò a giuste nozze con il distinto sceneggiatore americano James Poe
nell'anno 1969.
Da questa unione, che fu coronata da reciproco affetto, nacque un figlio, il cui nome è la signoria
vostra pregata di voler consultare in apposite biografie, onde mantenere il tono di riserbo che il personaggio
stesso suggerisce in merito alla sua sfera più intima.
Negli anni a seguire, pur non rinunciando del tutto al cinema, Barbara Steele intraprese nuove vie artistiche.
Si dedicò alla produzione televisiva, alla recitazione in serie di successo e, in un periodo successivo, si
distinse anche come produttrice e attrice in produzioni più indipendenti e d'autore, mantenendo
sempre fede alla sua predilezione per ruoli complessi e fuori dagli schemi convenzionali.
La sua influenza si estese oltre la mera recitazione, divenendo una figura ispiratrice per nuove
generazioni di cineasti e artisti affascinati dalle tenebre e dal mistero.
La sua capacità di reinventarsi e di esplorare nuove sfaccettature del proprio talento testimonia
la sua profondità artistica e la sua costante ricerca di nuove espressioni.
L'apporto di Barbara Steele all'arte cinematografica è innegabile.
Con la sua presenza scenica magnetica e la sua rara capacità di comunicare emozioni complesse
con un semplice sguardo, ella ha saputo lasciare un'impronta indelebile, elevando il genere cui
si dedicò a vette di raffinatezza e di profonda analisi psicologica.
La sua figura rimane, per gli estimatori del genere gotico e non solo, un'icona di stile e di mistero, un
faro che continua a illuminare le tenebrose e affascinanti vie dell'immaginario collettivo.
È indubbiamente una coincidenza affascinante e, per gli amanti del genere gotico, quasi suggestiva che
Barbara Steele, icona indiscussa del cinema horror e gotico, abbia sposato uno sceneggiatore di cognome Poe.
Considerando il suo ruolo centrale in diverse pellicole che attingevano a piene mani dall'immaginario
di Edgar Allan Poe – come "Il pozzo e il pendolo" di Roger Corman, che è direttamente ispirato al racconto
di Poe – questa assonanza di cognomi assume un che di predestinato, una curiosa risonanza con
l'atmosfera tenebrosa e misteriosa che ha permeato gran parte della sua carriera.
È come se il destino avesse voluto tessere un filo sottile tra la sua vita privata e l'universo
letterario che l'ha resa celebre, un tocco di quel gotico romantico che tanto ha contribuito al suo fascino.
Una coincidenza, certo, ma di quelle che stimolano l'immaginazione e arricchiscono il mito di un'artista così singolare.
Dalle informazioni a mia disposizione, non vi è alcuna indicazione che James Poe, lo sceneggiatore
che sposò Barbara Steele, fosse imparentato con il celebre scrittore Edgar Allan Poe.
I "Poe" sono un cognome relativamente comune, e la parentela diretta tra i due James Poe e Edgar
Allan Poe non emerge nelle biografie o negli alberi genealogici consultati.
James Poe, il marito di Barbara Steele, era un distinto sceneggiatore americano, nato a Dobbs Ferry, New
York, nel 1921. La sua carriera è stata ricca di successi, inclusi premi Oscar per sceneggiature celebri come
quella di "Il giro del mondo in 80 giorni".
Le sue origini e il suo percorso professionale sono ben documentati, e non si riscontrano collegamenti
familiari diretti con la stirpe dell'autore gotico di Boston.
L'assonanza di cognomi rimane, dunque, una curiosa e affascinante coincidenza, che certamente alimenta il
mistero e il fascino intorno alla figura di Barbara Steele e al suo legame con il mondo dell'horror e del
fantastico, ma non una parentela effettiva.
La realtà si svela in orditi così sottili e remoti, che alla limitata ragione umana resta
preclusa ogni facoltà di coglierne l'essenza.
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