

Boris Karloff

Un Volto d'Ombra: L'Arte di Boris Karloff.
Se il panorama delle pellicole d'orrore annovera schiere d'interpreti dediti all'inquietante e al
grottesco, pochi, assai pochi, hanno saputo imprimere il proprio sigillo con la medesima autorità
e dignità di Boris Karloff.
Un nome che, per gli amanti del brivido raffinato, risuona quale eco d'un'epoca d'oro, ove la
paura non era mera effusione di sangue, ma sottile trama psicologica, intessuta con maestria
e profonda intuizione.

+ Le Origini e la Genesi di un Attore (1887-1910) +
Nato a Dulwich, sobborgo della vasta e pulsante metropoli londinese, il ventitreesimo giorno di novembre
dell'anno 1887, con il nome anagrafico di William Henry Pratt, il futuro Karloff proveniva da
una stirpe di notevole prestigio, con radici nella nobiltà inglese e persino collegamenti con la Casa Reale.
I suoi genitori, Edward John Pratt, un distinto funzionario dell'Indian Civil Service e Console in
Cina, e la sua consorte Eliza Sarah Millard, nutrivano per il giovane William ambizioni che lo
avrebbero voluto entro gli schemi della diplomazia o della carriera governativa, seguendo le orme
paterne e di altri illustri parenti.
Il padre era figlio di George Pratt, che era a sua volta figlio del reverendo Edward Pratt, un
parente della Casa Reale inglese.
Per assecondare tali aspettative, William frequentò prestigiose istituzioni scolastiche: la Enfield
Grammar School, la Uppingham School e, per un breve periodo, l'Università di Londra.
Malgrado gli studi fossero indirizzati verso una carriera consona al lignaggio, il richiamo delle
scene, quella misteriosa attrazione verso il trasformismo e l'interpretazione, si dimostrò più imperioso
di ogni altra vocazione.
La sua figura, slanciata e di non comune espressività, benché non immediatamente conforme ai canoni
della bellezza dei tempi, celava un talento ineguagliabile per la personificazione di caratteri
spesso torbidi, ma non di rado permeati da una sofferta umanità.

+ I Primordi di una Carriera e la Vita Oltre il Palcoscenico (1910-1930) +
Contro il volere familiare, il giovane William abbandonò gli studi e, poco più che ventenne, nell'anno
1910, decise di emigrare in Canada per tentare la sorte come attore.
Fu lì che, per dissimulare il proprio lignaggio e abbracciare appieno la nuova professione, adottò
il nome d'arte "Boris Karloff", ispirandosi a un personaggio di fantasia e a un cognome che
suonasse esotico e memorabile.
I primi lustri della sua carriera furono un lungo e faticoso apprendistato, costellato da piccole parti e
ruoli di comparsa nel nascente cinema muto, spesso negli Stati Uniti, ove si era trasferito in cerca
di fortuna.
Per sbarcare il lunario, prima di ottenere ruoli significativi, fu costretto a intraprendere i più umili
mestieri: fu boscaiolo, scavatore di fossi, conducente di camion, e perfino scaricatore di porto.
Fu un periodo di abnegazione, ove il giovane Karloff affinò le proprie doti, accumulando esperienze
di vita che avrebbero arricchito le sue future interpretazioni, imparando l'arte della posa, del gesto e
dell'espressione, in attesa di quel ruolo che avrebbe mutato il corso del suo destino.
Prima del suo trionfo, egli aveva già preso parte a più di ottanta pellicole, quasi tutte nel muto, con
apparizioni spesso non accreditate.
La sua vita privata, seppur meno esposta al pubblico scrutinio della sua carriera, conobbe numerose e
complesse unioni.
Karloff si sposò per ben sei volte, e la sua esistenza fu scandita da cinque divorzi.
Tra le sue consorti vi furono Grace Harding, l'attrice Olive de Wilton, Montana Laurena Williams, la
ballerina Helene Vivian Soule, e Evelyn Helmore.
La sua quinta sposa, Dorothy Stein, condotta all'altare nell'anno 1930, fu la donna con cui
condivise un lungo periodo della sua vita e da cui, nell'anno 1932, nacque la sua unica figlia, Sara
Jane Pratt, alla quale fu sempre profondamente legato e che fu la sua unica discendenza.
Durante questi anni di formazione e anche negli anni della fama, Karloff dimorò prevalentemente negli
Stati Uniti, stabilendo la sua residenza principale in California, vicino ai centri nevralgici dell'industria
cinematografica di Hollywood.

+ Il Trionfo del Mostro e l'Età d'Oro Cinematografica (1931-1939) +
Il fulgore della sua stella giunse improvviso e ineludibile nell'anno 1931, allorché il regista James Whale lo
scelse per interpretare la Creatura nel capolavoro intramontabile "Frankenstein".
Fu un'autentica rivelazione.
Karloff si sottopose a lunghe e dolorose sedute di trucco (talvolta otto ore al giorno), ma sotto strati di
lattice, cotone e pesanti scarponi, ove la scienza del travestimento si fuse con la potenza interpretativa, diede
vita non già a un mostro bruto, bensì a una figura tragica, capace di suscitare compassione e terrore
in pari misura.
Il suo sguardo, pur celato da protesi e coloriture, emanava un'espressività rara, rendendo il "mostro"
una delle più iconiche e complesse figure della storia cinematografica.
Il successo fu strepitoso e immediato, consacrando Karloff come una delle più grandi star del cinema.
Karloff venne catapultato nell'olimpo delle stelle.
Le Case di produzione, e in particolare la Universal Pictures, compresero l'immenso potenziale di questo
attore dallo sguardo penetrante e dalla voce roca e profonda, destinandolo a divenire il re indiscusso
del genere horror.
Seguirono anni di intensa attività, che videro Karloff protagonista in pellicole che sono divenute autentici
pilastri del gotico cinematografico:
"La mummia" (The Mummy) del 1932: In questa pellicola, la sua presenza ieratica e il suo sguardo antico
terrorizzarono e affascinarono le platee, confermando la sua statura di interprete di figure soprannaturali e
cariche di un'aura di mistero, e stabilendo un altro archetipo del genere.
"Il vecchio buio" (The Old Dark House) del 1932: Un'altra collaborazione con James Whale, in cui
Karloff eccelleva nel ruolo del minaccioso maggiordomo Morgan, consolidando la sua reputazione
in atmosfere inquietanti e claustrofobiche.
"Il Corvo" (The Raven) del 1934: Qui, al fianco di un altro gigante del genere, Béla Lugosi, Karloff
intesseva una trama di follia e vendetta, in una fusione di talento che generò brividi e ammirazione, basata
liberamente sul poema di Edgar Allan Poe.
"La moglie di Frankenstein" (Bride of Frankenstein) del 1935: In questo seguito acclamato, Karloff
riprese con maestria il ruolo della Creatura, approfondendone la psicologia e le sfumature emotive, rendendola
ancor più tragica e commovente, e consolidando il suo status di attore drammatico oltre che di "mostro".
"Il figlio di Frankenstein" (Son of Frankenstein) del 1939: Questa pellicola chiuse l'era d'oro dei mostri
Universal, vedendo Karloff in una delle sue ultime e ineguagliabili interpretazioni della Creatura, un
addio memorabile al ruolo che lo rese immortale.
Tra le altre significative interpretazioni di questo
prolifico decennio si annoverano anche la sua partecipazione
in "Il dottor Jekyll e mister Hyde" (Dr. Jekyll and Mr. Hyde) del 1932, sebbene in un ruolo secondario, e
in produzioni quali "Le Maschere della Morte" (The Ghoul) del 1933, "Le Porte dell'Inferno" (The Black Cat) del
1934, e "Il Maniero della Morte" (The Raven) del 1935, che consolidarono ulteriormente la sua
fama nel genere e nel quale mostrò la sua versatilità.
La sua peculiarità risiedeva non soltanto nella capacità di rendere credibili figure di spavento, ma nel
conferire loro una dignità e un'anima, evitando la mera caricatura.
Karloff non fu mai solo un "mostro", ma un attore capace di una sottile introspezione, anche dietro le
più elaborate maschere.
La sua voce, profonda e misurata, divenne un elemento distintivo del suo fascino, in grado di comunicare
inquietudine e saggezza.

+ Oltre l'Orrore: Un Legato Immortale +
Benchè la sua fama sia indissolubilmente legata al genere horror, Boris Karloff fu un attore di vasta
gamma, capace di cimentarsi in ruoli drammatici, comici e avventurosi, dimostrando una versatilità
spesso sottovalutata.
La sua carriera si protrasse per decenni, con centinaia di apparizioni tra cinema, televisione e
radio, sino ai suoi ultimi giorni, consacrandolo come uno dei più prolifici e rispettati interpreti
del suo tempo.
Fu anche un filantropo, dedicando parte del suo tempo ad opere di beneficenza, e un uomo di grande cultura.
Boris Karloff giunse al termine della sua lunga e gloriosa esistenza all'età di ottantadue anni, per le
complicazioni di un enfisema polmonare, nella quiete della sua dimora a Midhurst, nel Sussex, in
Inghilterra, il due febbraio dell'anno 1969.
Il suo corpo venne cremato, e le sue ceneri furono disperse nel suggestivo Giardino delle Rimembranze di
Guildford, nel Surrey.
La sua dipartita lasciò un vuoto incolmabile nel mondo dell'arte cinematografica, ma il suo lascito è di
portata monumentale.
Egli non si limitò a interpretare ruoli, ma creò icone, plasmando l'immaginario collettivo e definendo i canoni
dell'orrore cinematografico per generazioni.
La sua figura rimane, per ogni cultore del fantastico e del gotico, un faro insigne, un esempio di come la
recitazione possa elevare la paura a sublime forma d'arte, permeandola di una profonda e commovente umanità.
Un compendio visivo in suo onore
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