Nel corso di un'evangelizzazione, fu con somma sorpresa che si presentò una gentildonna, richiedendo un colloquio privato per
narrare una vicenda di rara e perturbante peculiarità. Ella riferì di aver contratto matrimonio, e che, ben presto, si era
accorta come la genitrice del proprio consorte non riuscisse in alcun modo a distaccarsi dal figlio, né esteriormente
né nell'intimo animo. La connubio si risolveva, in certo qual modo, in una sorta di convivenza a tre, e in tal guisa, la sua
saldezza veniva perennemente minacciata.
La situazione non subì mutamento alcuno neppure allorché la suocera ebbe a separarsi dalla giovane coppia.
Per lunghi anni ancora, l'uomo permaneva soggiogato dall'influenza materna, oscillando, per così dire, fra le due donne, in
un penoso dilemma affettivo. La giovane sposa pativa indicibilmente per tale stato di cose, aggravate dal fatto che la
suocera era, a quanto pare, in possesso di facoltà medianiche.
Spesso, allorquando la giovane donna si accingeva al riposo serale, cominciavano a penetrare nella stanza, dal corridoio, dei
luminosi dischi che, con moto inesorabile, si avvicinavano al letto.
Dopo essere stata terrorizzata e tormentata in tal guisa per alcune settimane, la giovane sposa, vinta dall'angoscia, si
risolse a chiedere consiglio a quegli esperti di fenomeni spirituali che oggi chiamiamo spiritisti.
Costoro
la sottoposero ad una sorta d'interrogatorio e la rassicurarono,
affermando che ella avrebbe potuto difendersi da cotesti
attacchi medianici. Il rimedio, secondo le loro indicazioni, era il seguente: doveva munirsi di una cintura di cuoio, annodarvi
tre nodi e, la sera, all'apparizione dei consueti dischi luminosi, tentare di colpirli con veementi frustate.
Fatto ciò – le fu spiegato – il medium che le procurava tanta noia si
sarebbe ritrovato con strisce sanguinanti sul proprio corpo.
La donna, spinta dalla disperazione, seguì il consiglio, ottenendo un sorprendente risultato: si vide liberata dalla molesta
presenza degli invadenti dischi, ma non solo. Con immenso sconcerto, constatò altresì, il giorno seguente, che la
suocera portava sul corpo i segni di terribili fustigazioni.
Chi per la prima volta ode narrare un fatto simile, potrebbe essere indotto a pensare che si tratti di un mero fenomeno
telepatico o suggestivo.
Tuttavia, chi possiede una pur modesta esperienza in questo campo, sarà piuttosto incline ad ammettere che la suocera si
fosse recata nella stanza della nuora nel suo corpo astrale e che, essendo stato questo corpo etereo colpito dalle frustate, le
tracce delle fustigate si fossero ripercosse, con effetto inquietante, sul suo corpo fisico.
È un resoconto che, senza dubbio, solleva questioni di non poco conto sulla natura della percezione, sulle connessioni
sottili tra gli individui e sulle manifestazioni di ciò che eccede la nostra comune comprensione materiale.