

Mary Shelley

Mary Shelley: Vita e Genio d'Una Penna Indomita.
Leggete,
o cultori del sapere e delle lettere, il racconto della vita
straordinaria di Mary Wollstonecraft Godwin Shelley, figura
d'ingegno sublime e d'animo provato.
Venuta al mondo in quel di Londra, nell'anno di grazia 1797, ella respirò sin dalla culla l'aria intrisa di pensiero
e di libertà. Purtroppo, il suo destino fu segnato fin dai primi vagiti dalla scomparsa della madre, la
celeberrima Mary Wollstonecraft, faro della filosofia femminista, spirata pochi giorni dopo la sua venuta alla luce.
Il padre, William Godwin, filosofo e letterato d'eccellenza, ebbe cura di nutrire la sua mente brillante con un'educazione
non comune, circondandola di libri e d'intelletti acuti.
Crebbe, così, in un ambiente fervido di dibattiti, dove le idee si scontravano e la conoscenza era il più prezioso dei doni.
+ Un'Esistenza tra Amore, Dolore e Creazione +
Fu nel 1814 che la giovane Mary incontrò il bardo Percy Bysshe Shelley,
poeta dall'anima romantica e impetuosa, già
vincolato da legami
matrimoniali.
Tra i due divampò un amore così ardente da infrangere le convenzioni
sociali dell'epoca, spingendoli a fuggire e
a intraprendere
un'esistenza errabonda per l'Europa.
Un periodo tumultuoso, segnato da difficoltà e, ahimè, da perdite strazianti.
Mary conobbe il dolore ineffabile della scomparsa di diversi figli in
tenera età, ferite che mai più si rimarginarono
nel suo cuore e che,
senza dubbio, nutrirono la profondità delle sue opere.
L'estate del 1816, trascorsa a Villa Diodati, sul lago di Ginevra, in
compagnia di Percy, Lord Byron e il
dottor John William Polidori, fu il
crogiolo in cui prese forma la scintilla del suo capolavoro.
Fu lì, in una notte d'inquietudine e di visioni, che concepì l'idea di Frankenstein, o il moderno Prometeo.
Il romanzo, pubblicato anonimamente nel 1818, fu un successo immediato,
una vera pietra miliare che
ancora oggi ci interroga sui limiti della
scienza e sulla responsabilità del Creatore.
Il Fato, tuttavia, continuò a perseguitarla.
Nel 1822, la sua vita fu sconvolta da un'altra tragedia: il suo amato
Percy, inghiottito dalle onde del
Golfo di La Spezia, trovò la morte.
Vedova a soli ventiquattro anni, con l'unico figlio Percy Florence superstite, Mary fece ritorno in Inghilterra.
Dedicò il resto dei suoi giorni a onorare la memoria del marito e a
custodire la sua eredità letteraria, continuando
nel contempo a
scrivere, poiché la sua penna, nonostante le afflizioni, non conobbe sosta.
+ La Produzione Letteraria di Mary Shelley: Un Percorso nell'Ingegno +
L'opera di Mary Shelley trascende di gran lunga il solo Frankenstein,
rivelando una mente poliedrica e
capace di spaziare attraverso generi e
temi complessi.
Ecco un breve compendio delle sue principali fatiche letterarie:
Frankenstein, o il moderno Prometeo (1818): il suo indubbio capolavoro.
Romanzo gotico per eccellenza, e per molti antesignano della
fantascienza, che esplora l'audacia della
creazione scientifica e le
sue tragiche conseguenze.
Una meditazione profonda sull'alienazione, sulla ricerca d'identità e sulla natura del "mostro" in
ogni sua forma.
Mathilda (1819-1820): un
romanzo breve, ma d'intensa drammaticità, che si addentra nei meandri
di un
amore proibito, quello incestuoso, e le sue inevitabili e dolorose ricadute sull'anima umana.
Un'opera che mette a nudo l'isolamento e la sofferenza.
Valperga, o la vita e le avventure di Castruccio, Principe di Lucca (1823): un romanzo storico ambientato
nell'Italia medievale, intriso di vicende politiche, amorose e di un forte senso del destino.
Mary Shelley mostra qui la sua padronanza nella ricostruzione d'epoche passate.
L'ultimo uomo (1826): un romanzo di visione apocalittica, che dipinge un futuro in cui l'umanità è
decimata da una piaga devastante.
Un'opera che prefigura temi di fantascienza distopica, indagando la solitudine e la resilienza di
fronte alla fine del mondo.
Le avventure di Perseo e di Prometeo (1820): un dramma poetico ispirato alla mitologia classica, che
rivela la sua profonda conoscenza e reinterpretazione dei miti antichi, in particolare quelli
legati alla creazione e alla punizione.
A zonzo per la Germania e per l'Italia (1844): un affascinante resoconto dei suoi viaggi, che unisce
osservazioni personali, riflessioni culturali e descrizioni vivide dei paesaggi e delle genti incontrate.
Un testo che offre uno sguardo intimo sulla sua vita dopo la morte di Percy.
+ La Fine Terrena di Mary Shelley +
Mary Shelley, dopo una vita colma di gioie intellettuali ma anche di
indicibili sofferenze personali, si spense
a Londra il 1° febbraio del
1851, all'età di cinquantatré anni.
La causa del suo trapasso, secondo le attestazioni mediche dell'epoca, fu con ogni probabilità
un tumore al cervello.
Si ritiene che per circa una dozzina d'anni avesse sofferto di sintomi
neurologici debilitanti, tra cui gravi emicranie
e persino episodi di
emiplegia e convulsioni, che si crede fossero legati a questa condizione.
Fu assistita fino all'ultimo dal suo unico figlio superstite, Percy
Florence Shelley, a Chester Square, nel
cuore di Londra, ove spirò dopo
una lunga malattia.
La sua morte segnò la fine di un'esistenza straordinariamente ricca e
complessa, dedicata alla scrittura, alla
memoria del suo amato Percy e
all'educazione del figlio.
+ Il Luogo del Suo Riposo Eterno +
Mary Shelley riposa nella Chiesa di St. Peter a Bournemouth, nel Dorset, in Inghilterra.
La sua sepoltura non avvenne nel luogo desiderato, cioè accanto ai suoi
genitori, Mary Wollstonecraft
e William Godwin, che erano sepolti nel
cimitero della St. Pancras Old Church a Londra.
Fu il figlio Percy Florence, in un atto di amore e devozione filiale, a provvedere alla sua sepoltura.
Egli stesso decise di far riesumare le salme dei nonni materni e di
farle traslare a Bournemouth, affinché
Mary potesse finalmente riposare
insieme alla sua famiglia.
In questo stesso sepolcro di famiglia, si dice sia conservato anche il
cuore di Percy Bysshe Shelley, il
quale, come narra la leggenda, fu
miracolosamente recuperato dopo la sua cremazione sulla spiaggia
italiana e gelosamente custodito da Mary per il resto dei suoi giorni.
Il cimitero di St. Peter a Bournemouth è dunque un luogo di grande
significato letterario e affettivo, un
santuario che racchiude non solo
la creatrice di Frankenstein, ma un'intera dinastia di spiriti illuminati.
Chi oggi si reca in quel luogo, troverà un'atmosfera di quiete, pur
essendo nel centro cittadino, quasi a
voler riflettere la pace
ritrovata dopo una vita tanto tumultuosa.
Le immagini sono state
reperite con una ricerca in rete e appartengono ai rispettivi
proprietari.
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